sabato 28 gennaio 2012

CUBIDINOCI e cioccolato

È stata Mery che mi ha consigliato di pubblicare questi dolcetti scherzetti (facilissimi da fare : 2 righe scarse di ricetta) , dopo che li ho portati alla gara di nuoto dei ragazzi domenica scorsa. Ma è stata soprattutto Maria a convincermi, con i fatti, che potevo pubblicarli : è riuscita a mangiarne   un numero imprecisato (severamente  vietato ai genitori) convincendo i pargoli a chiedere dolcetti in vece sua , subdola. Certo è che le devono essere piaciuti parecchio, quindi ha tutto il mio appoggio ( d’altronde i ragazzi, atleti, devono mantenere un certo fisico e i genitori devono compensare lo stress indiretto da gara, il peggiore ).
Quindi  (in versione afrocubi)  :




200 GR DI NOCI TRITATE CON
20 GR. FECOLA (o maizena)
3 UOVA
120 GR ZUCCHERO
140 GR DI BURRO SCIOLTO
LIEVITO ½ CUCCHIAINO
SALE

SBATTERE LE UOVA CON LO ZUCCHERO , AGGIUNGERE LE NOCI E IL BURRO. CUOCERE A 180° PER 45 MINUTI.

GANACHE
100 GR PANNA
80 GR CIOCCOLATO AL LATTE
20 GR CIOCCOLATO AMARO

FONDERE IL CIOCCOLATO E VERSARCI SOPRA LA PANNA CALDA, MESCOLARE E RIPORRE IN FRIGO. DOPO QUALCHE ORA MONTATE IL COMPOSTO.

FARCIRE LA TORTA CON  LA GANACHE E LASCIARE IN FRIGO PER UN PO’ DI TEMPO ( 2 O 3 ORE ALMENO).
P.S. ESSENDO FATTI CON POCHI INGREDIENTI , E’ FONDAMENTALE CHE  LE NOCI SIANO  BUONISSIME!

(in versione vittoriana)

martedì 24 gennaio 2012

UNO SOPRA L'ALTRO : LA CAPASANTA, IL TOPINANBUR E LA LENTICCHIA

Potrebbe sembrare una ricetta di Greenaway invece l’ha pensata Moreno Cedroni ( da “ Moreno Cedroni”) che ha anche aggiunto un tocco di jamon iberico Joselito. 





Questo senor Joselito non l’ho neppure cercato e ho usato del fiocco di Parma molto asciutto.
Ho ritoccato anche la zuppa di lenticchie. Che Cedroni prepara con lardo e pancetta: ma temendo che con l’aiuto del signor Joselito avrebbero ucciso topinambur e soprattutto la delicata capasanta, ho preferito evitarli entrambi. Assaggiate anche voi la crema di lenticchie e se fosse troppo saporita diluitela e riducete anche la presenza del prosciutto.

Si fa così :

La crema di lenticchie:
50 gr di lenticchie
25 gr di cipolla bianca
150 gr. di pomodori pelati
Olio
Salvia
Sale

Tritare la cipolla  con olio e salvia . Aggiungere le lenticchie , il pomodoro e portare a cottura come un risotto con acqua salata ( questo è il mio metodo, Cedroni usa quello classico di pre-lessare le lenticchie e poi ripassarle con odori e pomodoro)  

Il topinambur:
150 gr di topinambur
Olio
Aglio
Sale

Pelare i topinambur, lavarli e spadellarli con olio e poco aglio fino a cottura. ( Cedroni invece li lessa per 8 minuti. In purezza ) .

Le capesante:
x capensate: quante potete  permettervene
( in questo periodo qui viaggiano sui 2,8 – 3 euro l’una)
olio di semi di arachide

anche qui mi sono distaccata dalla ricetta ufficiale, che prevedeva la frittura in olio di semi a 60° finchè il cuore ( cuoricino) della capasanta fosse arrivato a 40°. Non me la sono sentita. Ho portato l’olio sui 120-140 e fritto per 2 minuti scarsi . Risultato fantastico, sono pleonastica ma è vero : nessuna ritenzione dell’olio e morbidezza unica. Non ho neppure verificato la temperatura interna per timore di romperle.

Finitura :
preparate nel fondo la crema di lenticchie, adagiate sul divano di lenticchia un cilindretto di topinambur ( volendo con un piccolo coppapasta dargli anche la circolarità perfetta) e quindi la capasanta. Guarnire (ops, come negli anni 70!)  con prosciutto .
Molto piacevole!





Purtroppo la nonna si è presa un periodo di ferie e questo non è bene perché così si è persa la cupola di meringa di Hermè. Ma tant’è , a certe età , si pensa all’ Hic et nunc . Condivido e spero di imitarla. 

mercoledì 18 gennaio 2012

M.M.M. MEMORABILI MAGICHE MERINGHE

Innanzitutto i ringraziamenti : dedico queste meringhe a Ilaria di Dolcisognare che mi ha permesso , con il suo regalo, di realizzare questo dessert e che sarà responsabile del decadere della qualità delle cene della mia famiglia , con esclusione del dolce, ovviamente, in quanto tutti i miei sforzi si concentreranno nella realizzazione di questi piccoli Pierre Hermè ! e qui lo affermo a piena voce : sono fantastici ma piuttosto complessi sia per il  tempo necessario a realizzarli sia per alcune difficoltà intrinseche reali.


Ma vediamo cosa ho combinato nel realizzare le Surprise Mosaic ( tratte da PH10) .
Siccome amo tutti i piatti che nascondono qualcosa e che sembrano ma sono altro , quando ho visto e letto queste meringhe ripiene non ho resistito e ho iniziato.
Questi “petit gateaux” sono costituiti  da
1)     un guscio di meringa
2)     un tappo di “fondo giapponese” ( in francese dacquoise) al pistacchio
3)     una crema al pistacchio ( somma di crema pasticcera, crema al burro e meringa italiana)
4)     un po’ di sablé streusel al cardamomo ( fondamentale !)
5)     una gelatina di ribes ( che ho sostituito con gelatina di fragole)




la cosa più difficile è realizzare la semisfera concava di meringa : facendola piccola e profonda ma sottile e al tempo stesso  resistente ! fatene almeno il doppio per le eventuali rotture in fase di estrazione ...

allora iniziamo dalla cosa più semplice, la gelatina di fragole ( al pepe)

dose per 10 piccoli gateaux:


5) la gelatina di fragole al pepe ( 2 o 3 giorni prima)

200 gr di fragole pulite
5 gr. di colla di pesce
25 gr. di zucchero ( io ne ho usato i 2/3 perché mi piaceva meno dolce e consiglio)
Pepe ( ho usato semplice pepe nero) il pepe è una mia aggiunta

Ammollare la gelatina in acqua fredda. Ridurre le fragole a purée, unire il pepe e scaldarne una piccola parte (2 cucchiai) , aggiungere mescolando i fogli di colla di pesce strizzati e unire al restante purèe. Versarli in stampini in silicone in modo che si creino delle “ monete “ alte 6  mm e larghe circa 4,5 cm di diametro. Riporre in congelatore.


1)     i gusci di meringa  ( 3 gg prima)
   
     100 gr di albumi  vecchi
     200 gr di zucchero semolato

Utilizzare degli stampi in silicone a forma di mezza sfera dal diametro di 8 cm (P.H. consiglia di 7 cm ma a me sono sembrati troppo piccoli).
Battete i bianchi (a temperatura ambiente da qualche ora) a velocità media fino al raddoppio del volume, incorporate ¼ dello zucchero, continuate a frullare finchè il composto è ben fermo e lucido. Aggiungete il secondo quarto. E quindi a mano incorporate il restante zucchero lavorando il meno possibile per non far cadere il montaggio.
Con una poche versate la meringa all’interno delle mezze sfere fino a 1/3 dell’altezza e con l’aiuto di un cucchiaio distendetela sulla superficie ( non più alta di 4 mm, perché poi in cottura si alza leggermente). Raschiate l’eccedenza con una paletta.
Fate riposare in luogo caldo per almeno 48 ore. Fatelo. ( io ho usato la caldaia)
Estraete con precauzione e fate cuocere a 170° per 20 minuti ; si devono leggermente dorare. 


     4) il sablé streusel al cardamomo   ( 2 gg prima)

50 gr di burro  pomata
40 gr di zucchero semolato ( ho ridotto di 10 gr l’originale)
50 gr di farina di mandorle
2 gr di fleur de sel
50 gr di farina
2 gr di polvere di cardamomo

Io ho passato un po’ in forno la polvere di mandorle e fatto la polvere di cardamomo: la ricetta prevedeva quello verde, io ho usato quello comune, togliendolo dal guscio e tritandolo bene.
Impastare gli ingredienti nell’ordine indicato e tenete 2 ore in frigorifero. Passate la pasta attraverso dei fori piuttosto larghi ( io ho usato quelli larghi del passaverdura) e mettete  in forno a 170 per 10-15 minuti su carta forno , mescolando ogni tanto e finché diventano dorati.
Conservate in un scatola di latta.


2) il tappo di fondo giapponese ( dacquoise) al pistacchio  ( 1 o 2 gg prima)

50 gr di polvere di mandorle
60 gr di zucchero a velo
10 gr. di pistacchi puliti , grigliati e tritati
10 gr di pasta di pistacchi colorata
66 gr di albumi
24 gr di zucchero semolato

Mescolare lo zucchero a velo e la povere di mandorle ( che io passo sempre in forno, prima) ; montate i bianchi aggiungendo lo zucchero semolato in 3 volte. Aggiungete la povere di mandorle mescolata al velo ai i pistacchi tritati.
Prendete la pasta di pistacchio e incorporate un po’ della meringa ottenuta, quindi le polveri e con l’aiuto di una spatola i bianchi montati. Delicatamente.
Fate dei cerchi su carta forno di circa 6 cm di diametro e con  una poche preparate a spirale la pasta in forma circolare. Fate cuocere per 20’ a 170° . P.H. consiglia di tenere il forno aperto leggermente per non far prima gonfiare la pasta e poi farla sgonfiare. Io ho provato ma la temperatura scendeva vertiginosamente quindi alla fine ho lasciato chiuso. Un po’ di quel che prevedeva in realtà succede, ma non è terribile.
Conservare in scatole di latta.


3)     la crema al pistacchio

 per questa crema si assemblano varie creme , e cioè :

a)     la crema pasticcera ( anche il giorno prima)

     250 gr latte intero
1 stecca di vaniglia
60 gr di zucchero semolato
9 gr farina 0
16 gr di maizena ( P.H. usa “poudre a creme)
60 gr di rossi ( circa 4)
25 gr di burro

Realizzate una normale pasticcera bollendo metà del latte con la vaniglia e lasciandolo in infusione, estraendo anche i semini per ottenere il massimo del profumo e quindi filtrandolo. Aggiungere il latte filtrato al resto del latte, con 1/3 dello zucchero e fate bollire. Mescolate la farina alla maizena , incorporate i rossi e lo zucchero e mescolate. Quindi aggiungete il latte caldo e portate a ebollizione per 5 minuti. Raffreddate un po’ e a 50° aggiungete il burro. Poi riponete in frigo. 

b) la meringa italiana

125 gr di zucchero semolato
40 gr di acqua
62 gr di albumi ( circa 2)
8  gr di zucchero per montare i bianchi

Cuocere lo zucchero a 121°. Montate i bianchi a becco d’uccello, cioè non troppo fermi, con lo zucchero. Continuando a battere a velocità media aggiungete lo zucchero cotto e raffreddate sempre sbattendo ogni tanto, in modo che non si irrigidisca.

c) la crema al burro

45 gr di latte intero
35 gr di rossi d’uovo
45 gr di zucchero semolato
180 gr di burro ( non ce l’ho fatta : ne ho usato un po’ meno…)
90 gr di meringa italiana ( b)

Bollire il latte. Montare i rossi con lo zucchero, aggiungete il latte e realizzate una crema inglese ( portandola a circa 83°) . Raffreddate sbattendo a velocità alta.
Montate il burro con le fruste , aggiungete la crema inglese e la meringa.

d) la crema mousseline al pistacchio

60 gr di crema pasticcera
210 gr di crema al burro (c)
15 gr di crema di pistacchio pura
15 gr di crema di pistacchio colorata e aromatizzata

Montate con le fruste la crema pasticcera. Montate anche la crema al burro senza scaldarla. Mescolatele le due creme  e unite le creme di pistacchio. Montando ancora un po’. Utilizzatela subito.


ASSEMBLAGGIO

Tirate  fuori dal freezer le gelatine almeno 2 ore prima della preparazione.
Versate la crema mousseline al pistacchio nei gusci di meringa ( per circa metà altezza), spolverate con gli streusel, mettete le gelatine di fragola, premendo leggermente ma bene per  non  lasciare spazi vuoti, versate ancora della crema al pistacchio e infine posate i dischi di fondo giapponese, per chiudere la mezza sfera.
Rovesciate. Guarnite con fragoline e una spolverata di zucchero a velo.

Sedetevi e fatevi fotografare all’arrivo perché questo dessert è una vera maratona.
Ma come per le maratone concluse, ne vale sempre la pena.
Parola di runner. 




lunedì 16 gennaio 2012

IL FIDANZAMENTO DI SGOMBRO E VERZA

Ma c’è anche la casatella  !
Velocissimo “fork food” nel senso che si mangia come un finger food ma non con le mani, a rischio allontanamento perenne da luoghi pubblici. Per via della  verza ma anche dello sgombro. 





Sempre il Vissani offre lo spunto *
Prendi lo sgombro sottolio : non serve fargli nulla , però scegli una certa buona qualità . Qui non cito quella che ho usato .
Prendi  un’altrettanto buona casatella. Il Vissani in origine le fa passare una notte nel Pernod. Ma io non uso il Pernod, né lo compro per un piatto veloce. Allora faccio così : metto un anice stellato nell’olio e lo lascio in infusione anche un giorno e poi metto dei semi di finocchio a scaldare in un po’ d’acqua. Quell’acqua ( poca) la uso per sciglierci un foglio di colla di pesce. La casatella la passo 2 o 3 volte per un setaccio per ammorbidirla, aggiungo l’acqua calda al sapore di finocchi e poi metto in stampini di silicone. 2 o 3 ore.
La verza : con aglio e olio, il tempo che ci vuole.
Fine : metto vicino i 3 elementi e decoro con l’anice. 





Riassumo : faccio un olio con anice stellato, faccio insaporire a caldo dei semi di finocchio in un po’ d’acqua, metto la gelatina in ammollo 10 minuti, poi la sciolgo  con 3 cucchiai dell’ acqua in cui abbiamo messo i semi di finocchio, aggiungo la gelatina sciolta alla casatella passata 2 volte al setaccio , metto in stampini ( di silicone è più comodo) e in frigo 3 o 4 ore. La verza la faccio stufata classica , lo sgombro lo tiro fuori dal vasetto. Compongo il piatto e lo condisco con l’olio all’anice stellato.
Ora le dosi :
1 aglio, olio e mezza verza.
Sgombro sott’olio q.b.
1 anice stellato e dell’olio evo.
100 gr di casatella e 1 cucchiaino di semi di finocchio, 1 foglio di gelatina.

 
La nonna : è perplessa per questi accostamenti . Ma sollecitata dai fan ha spazzolato.  

* anche in Repubblica di domenica scorsa si è parlato di verza e la grande foto centro pagina era proprio lo sgombro con la sua verza! Quindi la nonna legga di più…